Sallay Géza emlékére
Giampaolo Salvi – József TakácsPremessa
Non possiamo tracciare qui un bilancio dell’attività scientifica e didattica di Géza Sallay. Basti dire che, fornito di una conoscenza enciclopedica che abbraccia tutta la letteratura italiana (per non parlare di quella ungherese, che ha insegnato per vari anni all’Università di Padova), egli ha saputo ritagliarsi, con la modestia dei grandi studiosi, alcuni campi in cui ha svolto e svolge tuttora un’intensa attività di ricerca: Dante, Machiavelli, Campanella, Verga, Pirandello, la poesia dell’Otto e Novecento. L’ampiezza del suo sguardo ci ricorda che egli fa parte dell’ultima grande generazione dell’Eötvös Collegium, la nostra Scuola Normale Superiore, da cui provenivano anche grandi studiosi come Tibor Klaniczay, Andor Tarnai, Lajos Németh, Mátyás Horányi e molti altri che ci hanno ormai lasciato.
Géza Sallay, più attivo che mai, continua ancor oggi ad insegnare come professore emerito, non disdegnando, accanto ai corsi di dottorato, quelli per principianti. Da lui possono imparare, come abbiamo forse imparato anche noi, la coerenza del filologo, l’attaccamento ai fatti e la sensibilità ai problemi che rinnovano e rendono interessante l’interpretazione.
Della stima e dell’affetto che lo circonda è testimone anche questo volume, a cui hanno aderito entusiasticamente colleghi, amici e allievi. Certo, se per rendergli omaggio avessimo invitato a partecipare a questa Festschrift tutti i suoi allievi, avremmo dovuto progettare un’opera in più volumi – infatti ogni italianista ungherese si può considerare a diritto in qualche modo suo allievo. Abbiamo così dovuto, a malincuore, stabilire dei criteri molto rigorosi, limitandoci alla cerchia dei docenti e dei dottorandi della Cattedra di Lingua e Letteratura Italiana e dell’annesso programma di dottorato della nostra Università.
Offriamo dunque a Géza Sallay, in occasione del suo 75esimo compleanno, questi lavori che, nella diversità dei loro temi, riflettono in buona parte la varietà dei campi di studio dell’italianistica e della romanistica ungherese. Speriamo, conoscendo la sua acribia di lettore, di non deluderlo.
Géza Sallay, più attivo che mai, continua ancor oggi ad insegnare come professore emerito, non disdegnando, accanto ai corsi di dottorato, quelli per principianti. Da lui possono imparare, come abbiamo forse imparato anche noi, la coerenza del filologo, l’attaccamento ai fatti e la sensibilità ai problemi che rinnovano e rendono interessante l’interpretazione.
Della stima e dell’affetto che lo circonda è testimone anche questo volume, a cui hanno aderito entusiasticamente colleghi, amici e allievi. Certo, se per rendergli omaggio avessimo invitato a partecipare a questa Festschrift tutti i suoi allievi, avremmo dovuto progettare un’opera in più volumi – infatti ogni italianista ungherese si può considerare a diritto in qualche modo suo allievo. Abbiamo così dovuto, a malincuore, stabilire dei criteri molto rigorosi, limitandoci alla cerchia dei docenti e dei dottorandi della Cattedra di Lingua e Letteratura Italiana e dell’annesso programma di dottorato della nostra Università.
Offriamo dunque a Géza Sallay, in occasione del suo 75esimo compleanno, questi lavori che, nella diversità dei loro temi, riflettono in buona parte la varietà dei campi di studio dell’italianistica e della romanistica ungherese. Speriamo, conoscendo la sua acribia di lettore, di non deluderlo.
(In: G. Salvi–J. Takács [a cura di], A piè del vero. Studi in onore di Géza Sallay, Budapest: Íbisz, 2001)