Cristiano Plicato kiállítása Berlinben
Nahóczky Judit a berlini Gallerie 15-ben 2012. május 26-án megnyitotta Cristiano Plicato olasz festőművész kiállítását.
Berlino, il 26 maggio 2012
Cari Amici,
è un grande onore per me inaugurare la mostra personale di Cristiano Plicato, qui a Berlino.
Sì, in questo caso Berlino ha un ruolo di rilievo, come „genius loci”, una capitale o – per meglio dire – la capitale d’Europa. Essendo in questa città magnifica, non possiamo sorvolare sul fatto che per molti secoli era l’acropoli delle scienze naturali e nella prima metà del Novecento conquistò anche il mondo dell’arte, diventando il centro intellettuale più importante in Europa. E oggi, visitando questa città da un’architettura moderna sofisticata che ha riconquistato il titolo capitale culturale dell’Europa, è veramente un onore celebrare la prima presentazione di Cristiano Plicato. In questa mostra ci sono esposte venti pitture selezionate dall’artista stesso dai lavori realizzati tra il 2005 e il 2012.
Cristiano Plicato coltiva con priorità la pittura astratta, sebbene abbia portato in questa mostra una delle sue pitture figurative, il ritratto di un amico spagnolo. Il nostro artista ricorre molto raramente all’espressione figurativa e – se lo fa – è il risultato di una decisione molto accurata. I ritratti usciti di mano a Cristiano sempre aggiungono alla migliore comprensione della persona. Il ritratto a mezza figura del suo amico Pepu è effigiato e caratterizzato solo da alcune linee molto potenti. Sono gli occhi dell’amico ad essere messi a fuoco – centro della pittura – e ai quali si riferiscono in qualche modo tutte le linee del volto: non solamente la sagoma della testa, ma anche l’aggruppamento delle rughe sono determinati dagli occhi introversi. Il dinamismo delle linee ricordanti la pittura di gesto suggeriscono che dipingere in questo modo può essere portato a termine „molto velocemente”. Invece, nè i ritratti, nè le tele astratte sono risultati di una spontaneità, ma si tratta di una ponderata attitudine artistica. Gli elementi ricorrenti – le larghe strisce verticali, come muri, conferiscono stabilità e chiusura alle composizioni e nello stesso tempo creano la profondità dell’immagine. Le strisce di carattere-muro sono senz’altro l’eredità e un omaggio ad Antoni Tápies deceduto alcuni mesi fa, maestro ammirato da Plicato.
L’arte astratta generalmente è definita come l’arte che non rappresenta gli aspetti del mondo visibile. In realtà, in un certo qual modo lo è: una controreazione al mondo turbolento, imperscrutabile, ovverosia una proiezione della reazione intrinseca dell’artista. Cristiano Plicato nella sua pittura cerca di afferrare lo stretto limite tra la realtà esistente e le sue emozioni. Non vuole staccarsi dalla natura e dal paesaggio costruito, deve esserci presente per esprimere le sue impressioni alle volte anche con forte passione. È per questo che un certo lirismo silenzioso – che è la sua nota artistica dominante – si alterna con apparenze gravi espressionistiche. È tastabile una forte simbiosi svolta tra l’artista e la materia: Plicato lascia che il colore prenda parte al processo di creazione. Le tracce di pennellate larghe e vigorose e l’uso della spatola per spalmare il colore insieme sviluppano una superficie grezza e spezzettata che contribuiscono agli effetti luce-ombra conferendo vivacità alla pittura. Dall’insieme dei colori cupi dello sfondo trapassa sempre una macchia di colore vivace, come il sole che traspare tra le nuvole dopo la tempesta.
Per le opere di Plicato come punti di partenza servono le impressioni, schizzi, bozze eseguite durante i viaggi. Nascono in questo modo le immagini liriche: del paesaggio reale di una città costruita sulle rocce (Ronda), delle cime delle Alpi osservate durante il viaggio in Andalusia (La montagna, 2012), della bellissima città di Granada con i suoi colori bruciati dal sole (Granada, 2012 in due versioni), della stretta cintura della costa in Francia con le sue luci notturne specchiate nel mare. (In viaggio – La costa, 2011 e Sud della Francia, 2011).
Avendo l’onore di conoscere tutte le opere di Cristiano, posso notare i cambiamenti nella sua pittura che di tempo in tempo consiste nell’uso di una tavolozza diversa. Nell’ultimo anno la materia molto pesante, peciosa, che prima era stato il colore base della sua pittura, ha perso la prevalenza e ha dato spazio ad alcuni colori più chiari, più brillanti, tra i quali il giallo, il terracotta, qualche rosa timido e un grigio caliginoso spesso usato. Il cambiamento nella tavolozza è accompagnato da pennellate più delicate, come questo avviene in Granada, (2012).
Pentecoste è la festa dello Santo Spirito. La pittura di Cristiano Plicato forse possiamo collegarla con diritto a questo momento particolare della meditazione. Noi, visitatori, in occasione di questa mostra, prendiamo conoscenza di come un artista pone dentro la sua anima, il suo cuore e le emozioni nel processo della creazione.
(1).jpg)
GRANADA 2012 olio su tela 40x50 cm
.jpg)
DALLA RIVA SILENZIOSA 2004_2005 olio su tela 38x 50 cm circa
.jpg)
LA MONTAGNA 2012 olio su tela 18x24 cm
è un grande onore per me inaugurare la mostra personale di Cristiano Plicato, qui a Berlino.
Sì, in questo caso Berlino ha un ruolo di rilievo, come „genius loci”, una capitale o – per meglio dire – la capitale d’Europa. Essendo in questa città magnifica, non possiamo sorvolare sul fatto che per molti secoli era l’acropoli delle scienze naturali e nella prima metà del Novecento conquistò anche il mondo dell’arte, diventando il centro intellettuale più importante in Europa. E oggi, visitando questa città da un’architettura moderna sofisticata che ha riconquistato il titolo capitale culturale dell’Europa, è veramente un onore celebrare la prima presentazione di Cristiano Plicato. In questa mostra ci sono esposte venti pitture selezionate dall’artista stesso dai lavori realizzati tra il 2005 e il 2012.
Cristiano Plicato coltiva con priorità la pittura astratta, sebbene abbia portato in questa mostra una delle sue pitture figurative, il ritratto di un amico spagnolo. Il nostro artista ricorre molto raramente all’espressione figurativa e – se lo fa – è il risultato di una decisione molto accurata. I ritratti usciti di mano a Cristiano sempre aggiungono alla migliore comprensione della persona. Il ritratto a mezza figura del suo amico Pepu è effigiato e caratterizzato solo da alcune linee molto potenti. Sono gli occhi dell’amico ad essere messi a fuoco – centro della pittura – e ai quali si riferiscono in qualche modo tutte le linee del volto: non solamente la sagoma della testa, ma anche l’aggruppamento delle rughe sono determinati dagli occhi introversi. Il dinamismo delle linee ricordanti la pittura di gesto suggeriscono che dipingere in questo modo può essere portato a termine „molto velocemente”. Invece, nè i ritratti, nè le tele astratte sono risultati di una spontaneità, ma si tratta di una ponderata attitudine artistica. Gli elementi ricorrenti – le larghe strisce verticali, come muri, conferiscono stabilità e chiusura alle composizioni e nello stesso tempo creano la profondità dell’immagine. Le strisce di carattere-muro sono senz’altro l’eredità e un omaggio ad Antoni Tápies deceduto alcuni mesi fa, maestro ammirato da Plicato.
L’arte astratta generalmente è definita come l’arte che non rappresenta gli aspetti del mondo visibile. In realtà, in un certo qual modo lo è: una controreazione al mondo turbolento, imperscrutabile, ovverosia una proiezione della reazione intrinseca dell’artista. Cristiano Plicato nella sua pittura cerca di afferrare lo stretto limite tra la realtà esistente e le sue emozioni. Non vuole staccarsi dalla natura e dal paesaggio costruito, deve esserci presente per esprimere le sue impressioni alle volte anche con forte passione. È per questo che un certo lirismo silenzioso – che è la sua nota artistica dominante – si alterna con apparenze gravi espressionistiche. È tastabile una forte simbiosi svolta tra l’artista e la materia: Plicato lascia che il colore prenda parte al processo di creazione. Le tracce di pennellate larghe e vigorose e l’uso della spatola per spalmare il colore insieme sviluppano una superficie grezza e spezzettata che contribuiscono agli effetti luce-ombra conferendo vivacità alla pittura. Dall’insieme dei colori cupi dello sfondo trapassa sempre una macchia di colore vivace, come il sole che traspare tra le nuvole dopo la tempesta.
Per le opere di Plicato come punti di partenza servono le impressioni, schizzi, bozze eseguite durante i viaggi. Nascono in questo modo le immagini liriche: del paesaggio reale di una città costruita sulle rocce (Ronda), delle cime delle Alpi osservate durante il viaggio in Andalusia (La montagna, 2012), della bellissima città di Granada con i suoi colori bruciati dal sole (Granada, 2012 in due versioni), della stretta cintura della costa in Francia con le sue luci notturne specchiate nel mare. (In viaggio – La costa, 2011 e Sud della Francia, 2011).
Avendo l’onore di conoscere tutte le opere di Cristiano, posso notare i cambiamenti nella sua pittura che di tempo in tempo consiste nell’uso di una tavolozza diversa. Nell’ultimo anno la materia molto pesante, peciosa, che prima era stato il colore base della sua pittura, ha perso la prevalenza e ha dato spazio ad alcuni colori più chiari, più brillanti, tra i quali il giallo, il terracotta, qualche rosa timido e un grigio caliginoso spesso usato. Il cambiamento nella tavolozza è accompagnato da pennellate più delicate, come questo avviene in Granada, (2012).
Pentecoste è la festa dello Santo Spirito. La pittura di Cristiano Plicato forse possiamo collegarla con diritto a questo momento particolare della meditazione. Noi, visitatori, in occasione di questa mostra, prendiamo conoscenza di come un artista pone dentro la sua anima, il suo cuore e le emozioni nel processo della creazione.
(1).jpg)
GRANADA 2012 olio su tela 40x50 cm
.jpg)
DALLA RIVA SILENZIOSA 2004_2005 olio su tela 38x 50 cm circa
.jpg)
LA MONTAGNA 2012 olio su tela 18x24 cm